Esempi di problemi ortodontici tipici
In questa sezione sono illustrate una serie di malocclusioni frequenti ed il risultato del loro trattamento.
I casi sono stati tutti trattati nello studio del Dr. Garino e la durata media dei trattamenti è stata di circa 18 / 24 mesi seguiti da una fase di mantenimento.
Guarda i casi “prima e dopo”:
Affollamento dentale
L’affollamento dentale è uno dei problemi più comuni associato alla necessità di un trattamento ortodontico. Sebbene molti fattori contribuiscono all’affollamento, questo problema di solito deriva da una discrepanza tra lo spazio disponibile presente in ogni arcata e la dimensione dei denti. Nei casi in cui l’affollamento è marcato sono necessarie estrazioni per ottenere lo spazio necessario alla correzione dell’affollamento. Questo è un esempio di un trattamento eseguito senza estrazioni in 18 mesi di cura in un adolescente di 13 anni con apparecchiatura ortodontica fissa self ligating SPEED.
Affollamento dentale in dentizione mista
Un trattamento ortodontico in due fasi può essere utile in molti casi per evitare che una malocclusione, se trascurata, debba essere trattata con estrazioni di premolari in età più avanzata. In questo caso clinico un bambino di 8 anni è stato trattato in due fasi: nella prima, della durata di una anno circa, è stato corretto il notevole affollamento attraverso il recupero di forma dell’arcata superiore ed inferiore lavorando anche sulla dentatura decidua (denti da latte). Dopo un intervallo di circa due anni senza apparecchio, la seconda fase è stata necessaria per finalizzare l’occlusione.
Canini inclusi
La presenza di canini inclusi si può riscontrare sia in dentizione mista(denti da latte e denti definitivi) che in dentizione permanente associata o meno ad una malocclusione dell’apparato masticatorio. Può interesssare tanto l’arcata superiore che più raramente l’arcata inferiore. Uno dei tipici segni clinici è il ritardo della “caduta” del rispettivo dente da latte e rappresenta il primo elemento diagnostico cui segue una valutazione radiografica per localizzare la direzione di eruzione del canino. La prognosi risulta meno favorevole quanto più è avanzata l’età del paziente e quanto più risulta deviata la posizione assiale del dente stesso rispetto ai denti adiacenti. Il loro trattamento in genere prevede l’applicazione di un’apparecchiatura fissa finalizzata dapprima al recupero dello spazio del canino o dei canini inclusi, seguito da uno “scappucciamento chirurgico” della zona ed il recupero del dente stesso nel contesto dell’arcata dentale. Questo illustrato è un caso di canini inclusi superiori bilaterali trattato in due anni circa di cura. In alcuni casi, prima del trattamento ortodontico, viene richiesta una TAC mirata, che può essere molto utile da un punto di vista diagnostico e progrostico.
Classe II dentale
Problemi di Classe II sono costituiti da rapporti di masticazione anormali in cui l’arcata superiore e i suoi denti si trovano più in avanti rispetto a quella inferiore. I pazienti con una Classe II di solito mostrano un profilo facciale convesso con un mento retruso. In alcuni casi questo rapporto è dovuto a caratteristiche costituzionali, in altri casi a fattori acquisiti. I problemi di classe II, quando sono di natura dentale e affrontati per tempo, possono in molti casi essere risolti con l’uso di apparecchi ortodontici, come in questo caso di adolescente nel quale la discrepanza era solo dentale e non scheletrica.
Classe II scheletrica
In questa situazione l’arcata superiore ed i suoi denti si trovano molto più in avanti rispetto all’arcata inferiore. Il trattamento ortodontico non può avvenire in certi casi unicamente con un approccio dentale ma anche con un approccio chirurgico quando la discrepanza risulta eccessiva. In questi casi , come nelle Classi III scheletriche, si deve ricorrere ad un trattamento combinato ortodontico – chirurgico attraverso una preparazione ortodontica con un apparecchio fisso, seguita da un intervento chirurgico che può essere combinato o monomascellare a seconda del piano di trattamento, e finalizzato da alcuni mesi di finishing ortodontico.
Classe III dentale
La Classe III può essere di natura dentale e, a tale scopo, avere una prognosi favorevole quanto più precoce è la correzione ortodontica. Quando questo problema viene riscontrato in un paziente in crescita, il mancato intercettamento può portare ad un coinvolgimento delle strutture scheletriche per cui quella che inizia come malocclusione dentale, se non intercettata, può sfociare in una malocclusione scheletrica, talvolta con prognosi negativa se non con una soluzione chirurgica a fine crescita. Questa malocclusione penalizza il sistema masticatorio poichè risultano invertiti i rapporti di occlusione anteriore e può essere curata con apparecchiature funzionali o fisse finalizzate al ripristino dei rapporti di occlusione. Un notevole impatto di natura estetica si accompagna sempre in queste situazioni per cui la correzione a livello dentale si associa sempre un recupero dell’estetica del profilo del paziente stesso.
Classe III scheletrica
I problemi di Classe III possono essere di natura scheletrica o di natura dento alveolare. In questa malocclusione, ad esempio, l’arcata inferiore e i denti sono posizionati in avanti rispetto alle strutture dell’arcata superiore. L’apparenza spesso può dare l’impressione che l’arcata inferiore sia eccessivamente larga, ma in molti casi si ha una carenza di sviluppo dell’arcata superiore. Per questo è necessaria un’accurata diagnosi differenziale. In questo caso ad esempio la malocclusione è stata trattata in 2 anni circa con un trattamento combinato ortodontico chirurgico. E’ stata fata una preparazione ortodontica con un apparecchio fisso di 1 anno circa, seguita da un intervento chirurgico per ripristinare la discrepanza delle basi ossee, finalizzato poi in pochi mesi con lo stesso apparecchio fisso.
Disordini temporo-mandibolari
Di solito deriva da un’arcata superiore contratta o da un’ arcata inferiore troppo larga. Un’arcata superiore stretta forzerà spesso un paziente a portare la mandibola in avanti o di lato quando chiuderà in massima chiusura. Ci sono poi delle situazioni cliniche nelle quali la disfunzione tempo mandibolare è provocata da una malocclusione con la presenza di un elemento dislocante, come in questo caso clinico in cui sull arcata inferiore il secondo premolare di sinistra causa un precontatto in chiusura. Il trattamento ortodontico spesso è associato all ‘utilizzo di una placca (bite) sull’arcata superiore o inferiore a seconda del piano di trattamento.
Morso aperto
Una mancanza di sovrapposizione degli incisivi può essere imputata di solito a disarmonie delle arcate o a fattori locali (ad es. succhiamento del dito e posizione della lingua tra gli incisivi) oppure a eccessi di crescita verticale di una o entrambe le arcate. Un intervento precoce su questo tipo di abitudini è importante per avere un successo ortodontico.
Morso aperto in dentizione decidua
Un trattamento ortodontico intercettivo può, in molte situazioni cliniche, evitare che un morso aperto, da dentale, possa diventare scheletrico e pertanto affrontabile nell’età adulta solo attraverso un intervento chirurgico. Questo caso illustra un trattamento eseguito con apparecchiatura fissa self ligating SPEED quasi alla fine della cura; risulta evidente la chiusura del morso attraverso una serie di movimenti ortodontici ma anche in virtù di una prognosi favorevole e del trattamento precoce.
Morso incrociato anteriore
Questo è il caso clinico di un ragazzo di 25 anni che si è presentato principalmente per la correzione di un morso incrociato anteriore (incisivo laterale superiore sinistro). Il trattamento è stato effetuato con apparecchio invisibile Invisalign (serie di mascherine create in base a simulazione virtuale in 3D) per una durata di 1 anno e 1 mese.
Morso incrociato ed espansione chirurgica
In alcune malocclusioni la contrazione dell’arcata superiore non può essere risolta solo con un’espansione ortodontica (attraverso l’uso di apparecchi mobili o fissi) ma diventa necessaria un’espansione chirurgica. L’espansione ortodontica ha dei limiti biologici che non possono essere superati. Un’espansione chirurgica può essere realizzata o attraverso un’espansione rapida chirurgicamente assistita o attraverso un intervento chirurgico settoriale quando la contrazione dell’arcata superiore è notevole.
Morso incrociato posteriore
Di solito deriva da un’arcata superiore contratta o da un’ arcata inferiore troppo larga. Un’arcata superiore stretta forzerà spesso un paziente a portare la mandibola in avanti o di lato quando chiuderà in massima chiusura. In questa posizione, i denti dell’arcata inferiore si trovano esternamente rispetto a quelli di sopra.
Morso profondo dentale
Un’eccessiva sovrapposizione degli incisivi è di solito associata ad una discrepanza tra lunghezza dell’arcata superiore ed inferiore. Questo porta di solito ad un’ipereruzione degli incisivi in entrambe le arcate.
Ortodonzia-chirurgia ortognatica
Alcune malocclusioni nell’adulto possono essere corrette soltanto con un trattamento combinato di ortodonzia e chirurgia ortognatica. Il trattamento ortodontico prima della chirurgia serve alla preparazione delle arcate e dopo l’intervento alla rifinitura dell’occlusione.
Ortodonzia-parodontologia
Pazienti adulti con migrazioni dentali o sventagliamento degli incisivi possono essere trattati con una cura ortodontica per recuperare la forma delle arcate dentali e la posizione dei denti con notevoli vantaggi estetici e funzionali. In tutti questi casi la terapia ortodontica è associata ad una terapia paradontale.
Ortodonzia-preprotesica
In pazienti adulti che presentano settori delle arcate prive di denti e che necessitano di ricostruzioni protesiche con o senza impianti, è previsto spesso un trattamento ortodontico iniziale finalizzato a ridistribuire gli spazi nelle arcate dentali e a recuperare la posizione assiale di denti perduti per precedenti migrazioni.